Chiesa di Santa Teresa

Corso Garibaldi

santateresa-esterno-webLa chiesa attuale sorge sul luogo della prima chiesa, dedicata a S.Teresa d’Avila, contigua al monastero della Carmelitane Scalze, fondato da suor Teresa di Gesù (al secolo, Teresa Adami di Nardò) e approvato dalla S.Sede il 17 gennaio 1699 grazie ai buoni uffici del Card. Giuseppe renato Imperiali, al quale nel 1711 le monache dedicarono una lapide con epigrafe nel cortile del loro monastero. La chiesa originaria, costruita in quegli anni, non era molto grande; aveva due altari: quello maggiore dedicato a S.Teresa e un secondo altare dedicato a S.Giovanni della Croce. Crollò a seguito del terremoto del 20 febbraio 1743.

La nuova costruzione, probabilmente progettata dall’architetto Ferdinando Sanfelice, fu iniziata nel 1756 e completata nel 1763 dai fratelli Saverio, Gregorio e Cosimo De Angelis, “mastri muratori” di Nardò, la cui famiglia era originaria di Corigliano. Il 10 novembre 1769 il vescovo Marco Petruccelli ne celebrò la dedicazione, come ricordano due epigrafi poste una sull’ingresso principale, dalla parte interna, e l’altra sulla porta della sacrestia. La prima epigrafe recita:

D.O.M.
TEMPLUM HOC
QUOD
IN SANCATE THERESIAE HONOREM
SACRAE VIRGINES
A FUNDAMENTIS OPTIMO INCHOARUNT CONSILIO
AERE INOPES MACTAE TAMEN FIDUCIA AD PIETATE
MIRA DIVINAE LARGITATIS VI
NEC OPINANTER AD CULMEN EREXERUNT
MARCUS PETRUCCELLIUS EPISCOP. NERIT.
PIO EXULTANTE POPULO
SOLEMNI DEDICATIONE COMPLEVERINT
VI IDUS NOVEMBRIS MDCCLXIX
ET INDULG. IN NON. OCTOBRIS TRASTULIT

[A Dio Ottimo Massimo. Questo tempio, che in onore di S.Teresa le sacre vergini dalle fondamenta con ottima decisione iniziarono, prive di denari ma ricche di fiducia e devozione verso la mirabile potenza della divina provvidenza, con piena convinzione eressero fino al termine. Marco Petruccelli, vescovo di Nardò, tra l’esultanza del popolo fedele, completò con la solenne dedicazione il 10 novembre 1769, trasferendone le indulgenze al 7 ottobre].

La seconda epigrafe recita:

D.O.M.
VITO ANTONIO TAFURO
BARONI PATRICIO NERITINO
TEMPLUM QUI HOCCE NUPER CONSTRUCTUM
PLASTICO OPERE CONCINNARI
IN EOQUE
UTRUMQUE CONTRA ERIGI SACELLUM
AERE PROPRIO CURAVIT
DEVOTAE VIRGINES
UT PIETAS EIUS AD BENEFICENTIA
POSTERIS COMMENDARETUR
GRATI ANIMI M.P,
ANNO AERE DIONISIANAE
MDCCLXIX

[A Dio Ottimo Massimo. A vito Antonio Tafuri, barone patrizio neritino, che questo tempio testé costruito curò di ornare con artistiche decorazioni in stucco e di erigervi le due cappelle laterali a proprie spese, le vergini consacrate, perché la di lui pietà e beneficenza fosse nota ai posteri, in segno di gratitudine questa epigrafe posero, l’anno del calendario dionisiano 1769].

santateresa-internoLa facciata, maestosa e prospetticamente originale, è costituita da te corpi: i due esterni allineati ai fabbricati contigui, quello centrale concavo è arretrato rispetto agli altri due. Elegantemente decorata con paraste abbinate, capitelli e conchiglie, è separata in due piani da uno spesso cornicione: in quello inferiore al centro vi è l’ingresso principale, sormontato dallo stemma del vescovo Francesco Carafa, con quattro nicchie vuote disposte simmetricamente a destra e sinistra del portale; in quello superiore al centro vi è una finestra quadrilobata e culmina nel frontone in mezzo al quale vi è l’insegna araldica dell’Ordine della Carmelitane Scalze.

All’interno l’aula liturgica ha una forma ovoidale che si apre sull’ampio presbiterio rettangolare, al centro del quale trova posto maestoso altare in pietra e marmi policromi, sovrastato da un dipinto ad olio raffigurante l’Estasi di S.Teresa di Gesù, opera di Vincenzo Fato. Ai lati dell’aula liturgica si aprono a destra e a sinistra due cappelle laterali con due altari in pietra e stucco, quello di destra dedicato a S.Giuseppe, con pala di Vincenzo Fato, quello di sinistra dedicato a S.Giovanni della Croce, anch’esso sormontato dal dipinto ad olio su tela che raffigura il Santo. Tutta la chiesa è riccamente decorata con stucchi elegantissimi.

Vi sono custodite, tra l’altro, delle preziose statue lignee: quella del Redentore e quella della Madonna del Buon Consiglio, oltre ad alcune statue in cartapesta, delle quali molto venerata è quella raffigurante S.Biagio.

Soppresso il Monastero nel 1830, l’ultima monaca fu trasferita nel Monastero delle Clarisse. La chiesa fu affidata dal vescovo Salvatore Lettieri alla Confraternita del SS.Sacramento in permuta con la chiesa propria del sodalizio, che era eretta nel cortile dell’episcopio e che il vescovo fece abbattere per ricostruire in forme nuovo il palazzo vescovile.