Chiesa di Santa Chiara
Via Zuccaro
Il monastero di S.Chiara, tra i più antichi dell’Italia Meridionale, è fatto risalire da alcuni al sec. XIII, ma più probabilmente occorre collocarlo al secolo successivo, stando alla documentazione presente presso l’archivio del monastero stesso. Esso era dotato di una chiesa, collocata all’interno delle mura del monastero: di forma rettangolare, era costruito interamente in muratura con volta a botte sorretta da archi a sesto acuto. Aveva un solo altare ed era interamente affrescata.
Reputandola scomoda, su impulso del vescovo Orazio Fortunato fu intrapresa la costruzione di una nuova chiesa, quella attuale, intorno al 1693 mentre era abbadessa Margherita Zuccaro; lo stesso vescovo ne celebrò il rito di dedicazione il 31 maggio 1698 quando l’abbadessa era Agnese Acquaviva d’Aragona, come è confermato dalla lapide posta sulla controfacciata, recante la seguente epigrafe:
AEDES HAEC SACRA DIVINOQUE MINISTERIO FUIT INSCRIPTA
PRIDIE KALENDAS JUNIAS POST XSTUM NATUM TRIATERIDAE
QUINQUAGESIMAE SEXAGESIMAE SEXTAE ANNO PRAESTANTE
AB ILL.MO ET REV.MO EP.PO HORATIO FORTUNATO
OLIM ANTISTITE S.XAVERI IN EP.TUM FAMA LAUDANDUS
MORTIS NESCIO: INDE AD REGIMEN ECC.AE NERITONEN
TRANSLATO ANNO ADDITO SUI EPISCOPATUS
TRIADERIDAE SEPTIMAE
ABBADISSA DOMINA AGNETE AQUAVIVA
[Questo edificio fu dichiarato sacro e dedicato al culto divino il 31 maggio dell’anno memorabile della nascita di Cristo tre volte 566 (cioè, 1698) dall’illustrissimo e reverendissimo vescovo Orazio Fortunato, già antistite di San Severo degno di lode nell’episcopato, per chiara fama immortale, di poi traslato a reggere la chiesa di Nardò avendo compiuto l’anno tre volte settimo (ossia, 21°) di episcopato, mentre era abbadessa donna Agnese Acquaviva]
La facciata, imponente, in pietra di carparo è composta da due ordini e culmina nel frontone. Ciascuno dei due ordini è scompartito in tre parti: quella centrale in basso ospita l’unico ingresso con cornice in pietra leccese; su quella centrale superiore si apre un grande finestrone; tra la parte centrale e le due laterali vi sono delle paraste composite con capitello corinzio in pietra leccese, mentre sui bordi esterni vi è una sola parasta sempre arricchita di capitello corinzio. Le due sezioni laterali sia nel primo che nel secondo ordine hanno al centro una nicchia ciascuna finemente decorata con cornici, festoni di frutta e cartigli in pietra leccese. Due spessi cornicioni separano l’ordine inferiore da quello superiore e questo dal frontone curvilineo al centro del quale si apre una finestra circolare per dar luce al sottotetto.
All’interno la chiesa è ad unica navata, culminante nel presbiterio. Vi sono tre cappelle poco profonde su ciascun lato, coronate rispettivamente da un arco a tutto sesto con cornice, distinte da paraste con capitello decorate a marmorino. Le mense degli altari sono state rifatte nella prima metà del sec. XIX, quando sono stati ricostruiti ex-novo gli altari di S.Chiara (1844) e di S.Raffaele (1837).
Il primo altare a destra, in pietra leccese scolpita, è dedicato a S.Antonio di Padova, con pala costituita da un dipinto ad olio su tela, opera di Pietro Lucatelli (1634-1710). Il secondo altare a destra, in pietra leccese scolpita, è dedicato all’Immacolata, con dipinto ad olio su tela di scuola solimenesca. Il terzo altare a destra è in marmi policromi, ricostruito in sostituzione dell’originale nel 1844, come attesta l’epigrafe posta in alto al centro della cimasa:
HONORI CLARAE MATRIS
ALTARE HOC FILIAE
TOTUM E MARMORE
REFECERUNT 1844
[In onore della madre Chiara questo altare totalmente di marmo le figlie rifecero nel 1844].
Sulla pala vi è un dipinto ad olio su tela raffigurante S.Chiara di scuola solimenesca.
Il primo altare a sinistra, in pietra leccese scolpita, è dedicato a S.Francesco Saverio, con dipinto ad olio su tela attribuibile a Pietro Lucatelli. Il secondo altare a sinistra, in pietra leccese scolpita, è dedicato al SS.Crocifisso, con dipinto ad olio su tela di scuola solimenesca raffigurante il Crocifisso con ai piedi la Madonna, S.Giovanni e la Maddalena. Il terzo altare a sinistra, in marmi policromi, è dedicato attualmente a S.Raffaele arcangelo, mentre originariamente era dedicato a S.Pietro d’Alcantara; ha un dipinto ad olio su tela del sec. XIX. Sulla sommità dell’altare vi è la seguente epigrafe:
SALVATOR LECTERIUS EP.US NERIT. EREXIT
DICAV. A.D. MDCCCXXXVIII
[Salvatore Lettieri vescovo di Nardò ha eretto e dedicato nell’anno del Signore 1838].
Dopo le due serie di altari, sulla destra vi è il pulpito ligneo, mentre sulla sinistra si apre la porta laterale che mette in comunicazione la chiesa con l’atrio del monastero.
Un grande arco trionfale separa la navata dal presbiterio, racchiuso da una balaustra in marmi policromi del sec. XX. Al centro campeggia l’altare maggiore, costituito da un grandioso retablo in pietra e stucco, realizzato nel 1759, come si legge inciso in alto sulle colonne del medesimo. In mezzo ad esso campeggia la tela raffigurante S.Francesco che riceve le stimmate, opera della seconda metà del sec. XVIII attribuita al pittore salentino Pasquale Grassi. Al di sopra della tela si apre una grande grata in ferro che mette in comunicazione con la chiesa il coro superiore. Davanti al retablo vi è un pregevole altare in marmi policromi degli inizi del sec. XVIII. Al disopra dell’arco di destra del presbiterio vi è il grandioso organo a canne, mentre da sotto l’arco si accede alla sacrestia. Così al di sopra dell’arco di sinistra del presbiterio vi è un dipinto di scuola solimenesca raffigurante la Madonna delle Rose, mentre sotto l’arco vi è la grata del coro inferiore della monache.
Uno spesso cornicione corre per tutto il perimetro della chiesa, dividendo l’ordine inferiore da quello superiore, dove al di sopra degli altari laterali si aprono le finestre intercalate da affacci dall’interno del monastero protetti da grate di ferro.
La copertura della chiesa è a capriate di legno e tegole, con controsoffitto in legno artisticamente decorato. Il campanile, affiancato alla chiesa è del tipo a torre.