Chiesa di Santa Maria della Purità

Via Sambiasi

purita-esterno-webProgettata dall’architetto Ferdinando Sanfelice, fu costruita nel contesto della fondazione del Conservatorio, un istituto di beneficenza strenuamente voluto dal vescovo Antonio Sanfelice allo scopo di formare e avviare al lavoro le giovani donne, specialmente quelle esposte al pericolo di devianze o che avevano già sulle spalle esperienze negative. Diretta dallo stesso progettista, la costruzione della chiesa fu ultimata nel 1722 e il vescovo Sanfelice ne celebrò il rito della dedicazione il 15 gennaio di quell’anno.

La facciata, molto scenografica, si compone di tre parti: quella centrale concava accoglie il portale, al quale si accede attraverso una gradinata, sormontato dal una finestra quadrangolare; quelle laterali, definite lateralmente da due paraste composite con capitelli corinzi, comprendono al centro una finestra con cornice mistilinea, sormontata da un timpano triangolare. Superiormente la facciata termina con uno spesso cornicione, su cui poggia in corrispondenza delle due sezioni laterali un grande timpano triangolare per parte, mentre la sezione centrale culmina in un frontone costituito da due volute affrontate da un poggiolo, privo di statua, contro cui è addossato un grande scudo con lo stemma del vescovo Sanfelice. Sulla porta vi è la seguente epigrafe:

JESU CHRISTO VIRGINUM SPONSO
IN HONOREM VIRGINIS PURISSIMAE
ANTONIUS SANFELICIUS EPISCOPUS
A FUNDAMENTIS EREXIT
ANNO DOMINI MDCCXXII

[A Gesù Cristo, sposo delle vergini, in onore della Vergine purissima, Antonio Sanfelice vescovo dalle fondamenta eresse l’anno 1722].

purita-interno-webAll’interno la pianta della chiesa è a croce greca con la parte centrale quadrangolare, smussata agli angoli da quattro paraste composite che reggono le quattro grandi arcate dei bracci della croce, e su cui poggia una cupola poco slanciata; la volta dei bracci invece è a botte con scorniciature in stucco adorne di valve di conchiglia.

Nel braccio di fronte all’unico ingresso è collocato l’altare maggiore in marmo bianco, sovrastato da un dipinto ad olio su tela, opera di Ferdinando Sanfelice, raffigurante La Madonna in gloria tra i Santi Francesco di Sales, Francesco d’Assisi e Filippo Neri.

Nel braccio di destra vi era un altare marmo bianco, ora distrutto, sormontato da un dipinto ad olio su tela, opera sempre di Ferdinando Sanfelice, raffigurante S.Nicola tra i Santi Antonio di Padova, Ignazio di Loyola, Teresa di Gesù.

Nel braccio di sinistra vi era un terzo altare in marmo bianco, ora distrutto, sormontato da un dipinto di Ferdinando Sanfelice, raffigurante Il Martirio di S.Gennaro.

Prima che alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso fosse rinnovato il pavimento, ai piedi dell’altare vi era il sepolcro del vescovo Sanfelice con la seguente epigrafe incisa su marmo bianco:

D.O.M.
ANTONIO SANFELICIO
PATRICIO NEAPOLITANO
GENTE DOCTRINA ET VIRTUTIBUS CLARO
QUI A CLEMENTE XI PONT. MAX. NERIT. CREAT. EPISCOPUS
DIOECESIS ADVERSIS ET MOLESTIS TEMPORIBUS SANCT.
JURIUM ECCLESIAE ACERRIMUS VINDEX EXT.
CATHEDRALE TEMPLUM REPARAVIT ORNAVIT
AC PRETIOSIS DONARIIS AUXIT
MANSIONARIOS IN EODEM CONSTITUIT
CAPITULUM HONORIFICIS INSIGNIB. DECORARI CURAVIT
EPISCOPALE PALATIUM RESTITUIT
NOVAQUE AEDIUM ACCESSIONE
ARCHIVIUM ET BIBLIOTHECAM NOBILITAVIT
CLERICORUM COLLEGIUM AMPLIAVIT
MONTEM PIETATIS AD PAUPERUM SUBSIDIA FUNDAVIT
CONSERVAT. ET ECCLESIAM SS.MAE PURITATIS
EREXIT DOTAVITQUE
TANDEM MERITIS ILLUSTRIS ET NOMINE
OBIIT KALEND. JAN. AN. DOMINI MDCCXXXVI
AETATIS AN. LXXVI EPISCOPATUS XXVIII
CIVITAS NERITINA TANTIS PERVENCTA BENEFICIIS
HIC UBI VIVENS SEPELIRI JUSSIT
DESIDERI ET GRATI ANIMI MONUMENTUM POSUIT.

 [A Dio Ottimo Massimo. Ad Antonio Sanfelice, patrizio napoletano, illustre per famiglia, dottrina e virtù, che nominato vescovo di Nardò da Clemente XI Sommo Pontefice resse la diocesi in tempi ostili e difficili molto saggiamente, fu difensore fierissimo dei diritti della chiesa, riparò, ornò la Cattedrale e la arricchì di preziosi donativi, istituì nella stessa i Mansionari, si adoperò per far insignire il Capitolo di onorifici ornamenti, restaurò il palazzo vescovile aggiungendovi anche nuovi vani, rese famosi l’archivio e la biblioteca, ampliò il Seminario, fondò il Monte di Pietà per soccorrere i poveri, eresse e dotò il Conservatorio e la Chiesa di Maria SS. della Purità, finalmente illustre per meriti e fama cessò di vivere il primo gennaio 1736 all’età di settantasei anni, ventotto di episcopato. La cittadinanza di Nardò stravinta da tali benefici, qui, dove egli steso vivendo desiderò di essere sepolto, pose l’attestato di imperituro rimpianto e di gratitudine].

Due anni dopo la morte del vescovo la superiora e le giovani del Conservatorio vollero erigere un monumento al loro benefattore, a ridosso del presbiterio, sulla destra con medaglione in bassorilievo che riproduce le fattezze del presule e la seguente epigrafe incisa su marmo bianco:

D.O.M.
ANTONIO SANFELICE PATRIZIO NEAPOL.
EPISCOPO NERITINORUM
PONTIFICIO SOLIO ADSISTENTI
GENERE DOCTRINA VIRTUTIBUS ET FACTIS
UNDEQUAQUE SPECTANDO
QUOD GYNECEUM SANCTAE MARIAE PURITATIS
UNA CUM ECCLESIA A FUNDAMENTIS EREXIT
DOTAVERIT ORNAVERIT
REGULIS SUPPELLECTILIB. ET DONARII INSTRUXERIT
SACRI LOCI PRAESES ET VIRGINES
BENEFACTORI MAXIMO
GRATI ANIMI MONUMENTUM POSUERE
A.D. MDCCXXXVIII

[A Dio Ottimo Massimo. Ad Antonio Sanfelice, patrizio napoletano, vescovo di Nardò, assistente al soglio pontificio, per famiglia, dottrina, virtù e opere ammirabilissimo, poiché il gineceo di S.Maria della Purità insieme con la chiesa eresse dalle fondamenta, dotò, ornò, fornì di regola, di suppellettili e di donativi, la superiora e le giovanette del sacro luogo al loro massimo benefattore il presente attestato di gratitudine posero, l’anno del Signore 1738]